21/07/2016
CIVILTÀ
DEL BERE
A Villa Sandi il primo Forum internazionale Wine Research Team
Sabato 16 luglio è andato in scena il primo Forum internazionale del Wine Research Team, il gruppo di ricerca scientifica fortemente voluto dal presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella che oggi riunisce 35 Case vinicole da tutto lo Stivale e non solo.
La ricerca va accompagnata da un’adeguata comunicazione
Il convegno si è svolto nel salone centrale di Villa Sandi a Crocetta del Montello (Treviso), un edificio palladiano che Giancarlo Moretti Polegato e la sua famiglia hanno eletto a quartier generale dell’azienda. Il primo a prendere la parola è stato proprio il padrone di casa, che ha ricordato l’importanza della sperimentazione in vigna e cantina, ma anche il ruolo centrale della comunicazione. «Proprio in quest’ottica oggi presentiamo i risultati dei primi studi portati avanti dal WRC, quelli ancora in corso e quelli in previsione futura, per poi lasciare spazio ad un dibattito tra i professionisti della stampa».
“Working together” per dare valore alle singole imprese
Tra i relatori, il presidente del WRT Vincenzo Tassinari ha voluto ripercorrere gli esordi del progetto: «Ricordo perfettamente l’aprile del 2014: eravamo in 16 aziende e Riccardo Cotarella ci disse che insieme avremmo fatto grandi cose, della vera innovazione. La sfida era tutta in salita, con pochi mezzi e tanta forza di volontà. Oggi siamo cresciuti e ci siamo aperti anche all’estero con l’inserimento di aziende straniere come Camel Pharma (Giappone) e Chateaux Frusseille (Francia). Io mi definisco un “vecchio cooperatore” e sono convinto che solo stando insieme possiamo dare valore alle nostre imprese. Il nostro motto è working together. L’impegno è duplice: da un lato riguarda il vino in sé, affinché sia sempre più sostenibile e sicuro; dall’altro i mercati, i consumatori, che in futuro saranno sempre più connessi, aggiornati ed esigenti in termini di garanzie d’innovazione».
L’intervento di Riccardo Cotarella
Molto atteso anche l’intervento di Riccardo Cotarella, a cui si deve l’intuizione del progetto WRT, coinvolgendo le Case vinicole con cui lavora in qualità di consulente enologo. «Il nostro settore è stato invaso da un certo numero imbroglioni senza preparazione scientifica che hanno predicato il naturalismo spinto, coatto. Molti produttori li hanno seguiti con grave danno per la loro attività e l’andamento del comparto in generale. Sono profondamente convinto che la sostenibilità sia possibile solo a partire dalla conoscenza scientifica. Nella mia carriera posso vantarmi di una cosa, su tutte: ho trovato aziende con cui discuto, mi confronto, affronto obiettivi di largo respiro. Il WRT nasce con la stessa filosofia: fare della ricerca a proprie spese e non tenere i risultati ottenuti tutti per sé, bensì divulgarli affinché possano essere utili per tutti. I nostri studi sono ambiziosi, ci siamo avvalsi dei migliori ricercatori italiani e internazionali».
Suolo, radici e portainnesti M nell’intervento di Attilio Scienza
Il professore Attilio Scienza ha ricordato come «la sostenibilità del vigneto inizia con il rispetto del suolo, che è una delle cose più complesse che si sia in natura, formato da una parte minerale e una componente organica. Negli ultimi anni il terreno è stato trascurato, ma è la più grande ricchezza che possediamo in termini di continuità. Se non lo valorizziamo, finisce con l’impoverirsi drasticamente». Un altro tema centrale è quello delle radici, che per Scienza rappresentano il cervello della pianta. «Conoscere il comportamento delle radici rispetto ai vari tipi di suolo si rivela fondamentale. Oggi abbiamo 39 portainnesti disponibili ma ne utilizziamo solo sei. È in partenza una ricerca targata WRT con l’Università di Milano per testare i nuovi portainnesti M capaci di tollerare la siccità e resistere ad elevati tenori di calcare».
Le sperimentazioni sugli ibridi resistenti e sulla viticoltura di precisione
In fase di sviluppo anche la sperimentazione sulle varietà ibride (non Ogm ma selezionate per impollinazione) che presentano nel loro Dna caratteri di resistenza alle principali malattie fungine. Al via anche un percorso di osservazione legato alla cosiddetta viticoltura di precisione mediante l’utilizzo di sensori nel vigneto che, in modalità wireless, si interfacciano con pc e notebook. Tutto ciò consentirà di mappare nel dettaglio le condizioni del vigneto, spesso assai differenti tra le varie porzioni.
Le prime bottiglie WRT senza solfiti aggiunti e la riduzione della chimica
Concludiamo la carrellata dei progetti con le sperimentazioni già concluse. Sono state prodotte e commercializzate le prime bottiglie certificate WRT di vini senza l’aggiunta di solfiti. Tutto è partito da una gestione attenta e ottimale del vigneto che ha permesso di raccogliere uve perfettamente sane. In cantina si è proseguito con una oculata sanificazione delle attrezzature e un’alternanza di temperature molto basse a temperature più alte per la fermentazione, con gestione dei gas inerti per preservare le caratteristiche del vino fino all’imbottigliamento. Tutto ciò ha portato alla messa a punto di un protocollo di vinificazione scrupoloso che ha consentito di eliminare i solfiti aggiunti mantenendo inalterate le caratteristiche qualitative dei vini.
Bene anche sul fronte della riduzione dei trattamenti chimici. In particolare l’utilizzo di acqua fredda con ossigeno attivato in forma di ozono ha permesso di gestire senza chimica la difesa da alcune malattie all’interno di un vigneto sperimentale.