16/07/2016
CRONACHE
DI GUSTO

Riccardo Cotarella: nel vino tanti maghi e imbroglioni. Basta col naturalismo coatto

Forum con le cantine del progetto Wine Research Team. “Così la ricerca scientifica ci sta aiutando a produrre vini migliori e più sostenibili”. I prossimi traguardi

L’occasione è di quelle propizie. Parlare di sostenibilità, sperimentazione e biodiversità. Davanti alla platea di produttori del Wine Research Team, il gruppo di produttori che sta sostenendo la ricerca per un vino che possa fare sempre di più a meno della chimica.

Di certo non le manda a dire Riccardo Cotarella, una delle anime del gruppo Wrt che oggi raggruppa 35 aziende: “Il mondo dell’agricoltura ha una consistente presenza di imbroglioni, maghi, sciamani, indovini che, senza preparazione scientifica, ha portato a un naturalismo coatto spinto senza alcuna cognizione di causa”. E aggiunge: “La cosa peggiore è che questa gente ha portato alcuni produttori a compiere scelte scellerate”.
Invece la risposta alle esigenze di un mondo che cambia e che vuole più sostenibilità, secondo il presidente di Assoenologi, si può trovare con la scienza, l’innovazione e la conoscenza. “La vera sostenibilità è un traguardo possibile. Ci stiamo lavorando, anche grazie a questo gruppo di aziende che ha sposato la mission di Wrt. Ci stiamo avvalendo di esperti di alto livello, Attilio Scienza, Fabio Mencarelli, Riccardo Valentini ed altri ancora, stiamo studiando la fertilità dei terreni, nuove tecniche di appassimento in aziende che ci aiuteranno nella sperimentazione come la Montezovo in Veneto, gli effetti del defogliamento, le zonazioni destinate alla viticoltura di precisione, i portainnesti resistenti alla siccità e al calcare. L’obiettivo è quello di produrre vini sempre migliori e sempre più rispettosi dell’ambiente. È un traguardo possibile ma solo con l’aiuto della ricerca scientifica”.

Ed è Attilio Scienza a descrivere lo scenario della situazione attuale e i traguardi che deve porsi il mondo della ricerca. “La nostra viticoltura – dice il docente di Viticoltura a Milano – in futuro dovrà essere resiliente, cioè dovra sfruttare sempre meno le risorse esterne perché, in questi anni ne abbiamo abusato e adesso dobbiamo tornare indietro”. Semplificando, per il professore Scienza, il mondo del vino dovrà trovare un punto di incontro tra due scenari: il primo è rappresentato dalla necessità di un maggiore rispetto dell’ambiente, dalla riduzione dell’uso di fitofarmaci, dal contenimento dei costi e da una maggiore attenzione alla salute degli operatori e dei consumatori; il secondo invece dovrà tenere conto dei cambiamenti climatici, della delocalizzazione della viticoltura, del crollo dei consumi in Europa e dell’invecchiamento dei portainnesti. Partendo da un elemento che spesso non ha la dovuta attenzione: i suoli.

“La base di tutto, basti pensare – dice ancora Scienza che ha citato anche la cisgentica come possibile strada per creare viti resistenti alle malattie – che il cervello di una vite sta nella radice e che il suolo è un microcosmo di ricchezza organica straordinaria e che va tutelato. In un pezzo di terra abbiamo contato 42.544 elementi organici, una microfauna il cui equilibrio è delicatissimo. Dobbiamo trovare il modo di non impoverire questa ricchezza”. Cotarella sprizza soddisfazione e raduna tutti i produttori di Wrt sul podio. Poi annuncia la prossima riunione di tutte le cantine il 29 e il 30 ottobre a Vallepicciola, cantina di Castelnuovo Berardenga, data in cui magari si aggiungeranno altre aziende al progetto Wrt. Per ora si contano gli ingressi di due cantine straniere, la Camel Farm di Sapporo in Giappone, la francese Chateau Frausellese a Gayac e delle cantine campane Riccio e Donnachiara.