18/07/2016
ALTERNATIVA
SOSTENIBILE
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Viticoltura: sostenibilità ambientale e ricerca scendono in campo

Spostare l’attenzione dalla cantina al vigneto, scendere in campo per assicurare alle piante un futuro migliore, più forte, che sposi a pieno il concetto di sostenibilità. E’ questa la direzione emersa durante il primo Forum internazionale di “Wine Research Team WRT”, progetto portato avanti da Assoenologi e Unione Mondiale degli Enologi, tenutosi presso Villa Sandi, a pochi km da Treviso, zona riconosciuta in tutto il mondo per la produzione di prosecco.

Occorre spostare l’attenzione dalla cantina alla vigna, cercando di coniugare sostenibilità ambientale, scienza e qualità. Solo così sarà possibile garantire ai vini italiani un futuro migliore in grado di rafforzare gli ottimi successi che tutto il mondo ci riconosce in campo vinicolo. Secondo Riccardo Cotarella, promotore del progetto WRT, presidente di Assoenologi e dell’Unione Internazionale degli Enologi: “c’è la necessità di istituire tante vere strutture che portino alla vera sostenibilità, alla compatibilità, al mantenimento di una elevata qualità attraverso la scienza”.

Attilio Scienza, docente e ricercatore di viticoltura all’Università di Milano, intervenuto al forum ha confermato quanto detto da Cotarella: “Se non interveniamo rischiamo di avere in futuro piante sempre più deboli. La sostenibilità del vigneto comincia con il rispetto del suolo per dare poi sostenibilità al nostro lavoro. Ad esempio è fondamentale la conoscenza del ruolo delle radici del vitigno, il cervello della pianta. Tutto quello che vediamo all’esterno ha come base le radici. Prima l’approccio dell’agronomia era esterno. In realtà i segnali che dà la radice sono segnalatori, messaggeri, piccole sequenze di base che emergono e che ci dicono come comportarsi per evitare fenomeni negativi se non distruttivi. Vogliamo conoscere, gestire e misurare. Conoscere cosa abbiamo nei nostri vigneti, scegliere gli strumenti migliori e programmare gli interventi più adatti, usando anche i big data per intervenire con tempestività e precisione con modelli produttivi”, ha affermato il docente.

Uno degli esperimenti che il progetto WRT sta portando avanti riguarda la produzione di vini senza solfiti, progetto che sta dando ottimi risultati, confermati anche da Massimo D’Alema, produttore vinicolo per via dell’azienda gestita dalla moglie Linda Giuva: “Partecipiamo agli esperimenti per la produzione di vini senza solfiti con risultati molto soddisfacenti, in termini di gradevolezza e di facile bevibilità. Per questo seguiamo con interesse le novità orientate alla riduzione dell’uso della chimica in vigna per ottenere prodottI di qualità tutelando maggiormente l’ambiente e la salute dei consumatori”.